Fiat, Berlusconi: ''E' un accordo storico e positivo, utile al Paese''

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  1. Stexyz
     
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    "Il problema della delocalizzazione - ha aggiunto Berlusconi - riguarda tutta l'Europa. In Cina, India o nella Federazione russa la manodopera costa molto meno, da noi oltre 30 dollari l'ora. Là, invece, meno di un dollaro e i lavoratori fanno anche dodici ore e se c'è bisogno vanno in fabbrica anche il sabato e la domenica. Quindi è forte l'interesse delle aziende a spostare le produzioni".

    Durissimo il giudizio di Antonio Di Pietro e del responsabile Idv welfare e lavoro, Maurizio Zipponi. ''Questa mattina Berlusconi ha consegnato agli operai un panettone imbevuto di veleno esaltando l'accordo su Fiat Mirafiori - affermano in una nota - Evidentemente il presidente del Consiglio non sa che si tratta dell'ennesimo accordo separato che trasforma l'azienda in un reparto separato della Chrysler, spostando di fatto la testa tecnologica e progettuale negli Stati Uniti".

    "In questa trattativa - aggiungono - il governo ha fatto da zerbino alla Fiat, che, per tutta risposta, sta chiudendo lo stabilimento di Termini Imerese e continua a perdere sul mercato il doppio della media europea". "Berlusconi - proseguono i due esponenti dell'Idv - dichiara poi candidamente qual è il suo vero desiderio: pagare un dollaro l'ora gli operai e farli lavorare in fabbrica 12 ore al giorno per sette giorni alla settimana. Il suo modello è lo stesso di Marchionne che ha spostato la produzione in Brasile, Turchia, Serbia e Polonia trasformando l'Italia in un paese residuale".

    "Etichettare storico e innovativo un accordo che viola la Costituzione e cancella un settore come quello dell'auto - concludono Di Pietro e Zipponi - dimostra, una volta di più, l'inadeguatezza di questo governo".

    Commentando l'intesa ai microfoni del Tg5 il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha spiegato che con l'accordo su Mirafiori cambia ''il modo in cui le parti si rapportano tra loro: chi ha firmato ha una sede negoziale garantita in conseguenza''. Rimangono garantiti dallo Statuto dei Lavoratori, ha sottolineato Sacconi, i diritti relativi libertà di associazione e di organizzazione.

    Valuta con favore l'accordo Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino. "Per noi è un fatto positivo - dice a Labitalia - Si apre una fase nuova nelle relazioni industriali, e del resto Marchionne lo aveva detto con chiarezza, con temi di rilevanza nazionale. Anche a livello locale, si è aperta una fase nuova, di cui siamo contenti. Significa, poi, mantenere la Fiat a Torino, il cuore di una multinazionale, e si rafforza il sistema dell'indotto".

    "Speriamo che la Fiom - aggiunge - recuperi un atteggiamento di confronto. Non vorrei, infatti, che restasse a vigilare come una sentinella su un passato che non c'è più. Oggi, dobbiamo fare i conti con la globalizzazione e la competitività". Dunque, ribadisce Saitta, "siamo soddisfatti, ma vogliamo anche la serenità sindacale". "

    Ma per Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil, ''con l'accordo di Mirafiori si è consumato uno dei più gravi attacchi alle relazioni sindacali italiane. Un'azienda, con il sostegno di altri sindacati, si prende il diritto di escludere un sindacato rappresentativo. Si compie così un gesto che non ha precedenti nella storia sindacale e industriale del nostro paese''.
     
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0 replies since 24/12/2010, 15:18   6 views
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