Cortei, scontri a Palermo e Milano Napolitano incontrerà gli studenti

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    A Roma erano attesi almeno 15mila studenti mentre polizia e carabinieri hanno schierato 2mila uomini. Una delegazione dei giovani porterà una lettera-appello a Napolitano per chiedergli di non firmare il ddl. Il presidente della Repubblica ha fatto sapere di essere pienamente disponibile a incontrarli. Notizia accolta con esultanza dai ragazzi in corteo. "Siamo molto contenti per la notizia, - dice Paola di 'Atenei in rivolta' - avevamo scritto una lettera al Capo dello Stato per chiedergli di non firmare il ddl, ma non gliela avevamo ancora consegnata. Capiremo nel corso della giornata quando sarà possibile incontrarlo". "A Roma siamo ventimila", ha riferito Francesco Raparelli di Uniriot, tra gli organizzatori della manifestazione contro il ddl Gelmini. Gli studenti nella Capitale hanno sfilato in modo pacifico, tenendosi ben lontani dalla 'zona rossa' al centro storico e attraversando i quartieri periferici e popolari.

    Alta tensione invece a Palermo, dove ci sono stati scontri tra studenti e forze dell'ordine davanti Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione Siciliana. Circa un migliaio di ragazzi con volti coperti da caschi e fazzoletti hanno cercato di entrare nel palazzo, forzando il cordone di protezione di polizia e carabinieri. Davanti alla resistenza delle forze dell'ordine è partito un lancio di uova, arance e pietre, ma i poliziotti sono riusciti a respingere l'assalto, lanciando anche lacrimogeni. Durante gli scontri una giornalista è stata ferita in modo non grave ad una mano. Poco dopo i manifestanti hanno lanciato pietre e altri oggetti contro la Questura. Una nuova sassaiola è partita in via Maqueda, all'altezza dell'Ospedale dei Bambini, quando i giovani hanno iniziato a lanciare pietre contro una decina di uomini ritenuti agenti di polizia in borghese. Non sono mancati momenti di tensione tra gli stessi gruppi di studenti palermitani. Durante il tragitto del corteo infatti, un gruppo di manifestanti ha rovesciato a terra alcuni cassonetti dell'immondizia, immediatamente rialzati da un altro gruppo di studenti che hanno invitato i coetanei a desistere da questi atti violenti. Ma il primo gruppo ha nuovamente rovesciato a terra i cassonetti e qualcuno è anche arrivato alle mani.

    Tensione e qualche scontro anche a Milano . In tarda mattinata un centinaio tra studenti dell'università e ricercatori si sono radunati in presidio davanti all'entrata della Statale in via Festa del Perdono. Il gruppo, al termine di un'assemblea all'interno dell'ateneo, ha deciso di partire in corteo: in piazza San Nazaro in Brolo tafferugli tra studenti e forze dell'ordine sono durati solo pochi attimi. Non si registrano feriti.

    A Roma centro blindato e manifestanti che si sono tenuti alla larga dalla 'zona rossa'. Il corteo degli studenti universitari e medi è partito verso le 11 dalla 'Sapienza' con in testa uno striscione con su scritto "Voi soli nella zona rossa noi liberi per la citta'", firmato studenti per lo sciopero generale. Sempre in testa al corteo, oltre agli ormai noti book-bloc, gli scudi con su scritti i titoli dei classici della letteratura, studenti con in mano pacchi regalo con su scritte alcune richieste. Tra le scritte "Basta veline in Parlamento", "Abilizione legge 30 sulla precarieta'", "Fuori i corrotti dal Parlamento". Passando su via Prenestina, i manifestanti sono riusciti a bloccare la tangenziale, mentre alcuni abitanti dei palazzi che costeggiano la via si sono affacciati alle finestre per salutare e dare solidarietà.

    Gli studenti avevano organizzato altre iniziative di protesta, ma non appena si è diffusa la notizia della morte di un operaio marocchino proprio all'interno della città universitaria, hanno deciso di tornare alla Sapienza. L'operaio è rimasto schiacciato da una ruspa, durante dei lavori edili.

    "Andremo avanti finché la riforma non sarà ritirata" grida al megafono Luca Cafagna, dei collettivi 'La Sapienza', ospite qualche giorno fa della trasmissione 'Annozero' di Michele Santoro e protagonista di un diverbio con il ministro della difesa, Ignazio La Russa. Un gruppo di studenti si è staccato dal corteo principale per raggiungere la sede della Cgil in Corso d'Italia e consegnare un 'pacco regalo' al sindacato, chiedendo che sia indetto uno sciopero generale. ''Non è più rimandabile la convocazione di uno sciopero generale, perche' cosi' si potrebbe concretizzare l'unione di tutte le forze sociali contro la crisi'', dice uno studente membro dei collettivi della Sapienza.

    Davanti al ministero dell'Istruzione - considerato uno degli 'obiettivi' sensibili - sono schierati i blindati delle forze dell'ordine.

    A pochi metri dal ministero - a piazza Trilussa - si sono radunati i liceali, sotto lo slogan: "Noi non siamo black bloc". Gli studenti, alcune centinaia, hanno esposto uno striscione "Fiducia in questo Stato non ne abbiamo, il futuro è nostro e ce lo riprendiamo". "Siamo qui per appoggiare gli universitari -dice Carlotta studentessa del Virgilio- e ci dissociamo da ogni forma di violenza. Vogliamo che oggi nelle strade la protesta sia pacifica".

    Gli studenti hanno poi lasciato piazza Trilussa spostandosi su lungotevere Sanzio e mostrando le mani dipinte di bianco "in segno di pace e contro ogni forma di violenza". In testa lo striscione "La vostra 'cultura' è la forza. La nostra forza è la cultura".

    Da nord a Sud, la mobilitazione oggi interessa tutta la Penisola. A Cagliari sono scesi in piazza circa 500 studenti fra liceali e universitari. A Napoli i manifestanti hanno raggiunto il porto e alcuni studenti hanno tentato di occupare un aliscafo diretto alle isole del golfo, senza però riuscirvi.

    A Torino gli studenti hanno bloccato per qualche minuto l'ingresso della libreria Mondadori. Su una vetrata i manifestanti hanno attaccato uno striscione con la scritta "Questo governo e' fumo negli occhi" mentre davanti all'ingresso hanno srotolato un altro striscione "Voi in Senato, noi nelle piazze". Gli universitari si sono diretti poi sotto la sede della Mediolanum dove hanno presidiato l'ingresso srotolando striscioni e scandendo slogan contro il governo. Di nuovo in marcia si sono poi diretti in corso Einaudi dove hanno bloccato il traffico. Durante il corteo gli studenti hanno diretto slogan anche contro Roberto Saviano: "Fatti i fatti tuoi, alla riforma ci pensiamo noi". Lo scrittore nei giorni scorsi aveva inviato agli studenti una lettera aperta in cui li invita a evitare manifestazioni violente.

    In mattinata l'Unione degli Studenti ha fatto un blitz in oltre 100 scuole private da Nord a Sud (Milano, Firenze, Bologna, Cagliari, Napoli, Bari, Cosenza), sigillate con nastro da cantiere, per protestare contro il "processo di privatizzazione messo in campo da governi di ogni schieramento negli ultimi 15 anni, per demarcare la qualità dell'istruzione pubblica rispetto ad un'idea di formazione di elite, finanziata con moneta sonante dal ministero all'ultima Finanziaria", afferma in una nota l'UdS.
     
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